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In Camerun, nella diocesi di Garoua, è continuato il nostro sostegno assieme all’associazione “Came to me” al progetto ” Comunità e salute “ per la promozione della donna e della famiglia.
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di don Renzo RossignoloCarissimi amici di Fraternità’ Missionaria,
sono contento nel leggere le notizie che non vi fermate nel sostenere le varie attività caritatevoli.
Le notizie che mi arrivano dall’Italia mi sorprendono, perché non capisco perchè vi siano persone che protestano e litigano per avere più libertà’ di cercare un posto al sole in riva al mare e non hanno paura di rovinare la propria salute e quella degli altri….
Qui a Romphibun, In Thailandia, il nuovo anno scolastico inizia con molte incognite.
In ogni scuola, in ogni piccolo ospedale, in ogni Comune, ci sono le liste di attesa per quelli che dovranno ricevere il vaccino. Migliaia di dosi arrivano dalla Cina, gratis.
Carissimi, vi penso tutti in buona salute, vi auguro ogni bene e vi sono sempre riconoscente per i tanti aiuti che ho ricevuto.
don Renzo RossignoloTags: don renzo rossignolo, thailandia
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Riceviamo dal Kenya
di Mons luigi Paiaro – Vescovo emeritoSignor Presidente,
un saluto e tanti auguri con le congratulazioni per il bene che “Fraternita’ continua a fare. Grazie, e sempre tanta riconoscenza per quanto continuate fare anche qui a Nyahururu.
Assicuri a tutti i soci e ai volontari il nostro grazie, dico “nostro”, perché’ quanti lavorano in Ospedale “Benedict XVI” sanno quanto fate, e ammirano il vostro impegno.
Noi tutti preghiamo perché il vostro impegno continui e non finisca.
Grazie a tutti.
Il Signore vi benedica come faccio io con tanta semplicità,+Luigi Paiaro – Vescovo emerito.
Tags: Nyahururu, ospedale, Paiaro. Kenya
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Riceviamo da una “diocesi di frontiera” – Mongo – Ciad.
di p. Franco Martellozzo
Carissimi amici di Fraternità Missionaria,
dovete sapere che la nostra chiesa nella parrocchia di Baro è la prima costruita nella regione dai missionari francesi nel 1958.
Una chiesa che ne ha viste di tutte: perfino usata come dormitorio da molti fanatici ribelli islamisti allo scopo di distruggere alle radici la comunità cattolica di Baro.
Ma la fede ha trionfato. Quest’anno abbiamo proceduto ai lavori di restauro ai quali ha partecipato tutta la comunità, bambini compresi.
Queste foto testimoniano l’apporto dei bambini, a scaricare mattoni, e a portare acqua con la carretta.
Un bel segno di vitalità e di speranza che ci invita a celebrare il Natale nella gioia malgrado tutte le difficoltà del momento. Nulla può vincere la fede che viene dal fondo del cuore.
Per questo vi auguriamo che le preoccupazioni per il Covid non soffochino in voi la speranza che il Signore fattosi bambino ha aperto all’umanità sofferente.
Mille auguri a tutti voi.
p. Franco MartellozzoTags: ciad, Franco Martellozzo, martellozzo, mongo, natale
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Riceviamo e vi proponiamo una testimonianza che fa riflettere. Ecco uno stralcio.
“CAMMINARE CON I POVERI”
di Sabrina Atturo, coordinatrice progetti MAGIS
“E’ un anno e mezzo che sono stata travolta da una nuova incredibile avventura in Ciad per la gestione di progetti. Sono mesi che ho la possibilità di immergermi concretamente nella realtà di un paese estremamente povero, uno degli ultimi nell’Indice di Sviluppo Umano.
Ogni volta che parto, ogni giorno che vivo in Ciad mi confronto con le mie fragilità, le mie paure, i miei limiti, ma in questo sentirmi piccola e fragile emerge tutta la grazia dei tanti compagni di viaggio.
Mi sento una creatura limitata e questo mi aiuta ad ascoltare ed accogliere l’altro nelle sue differenze, le sue gioie e le sue debolezze.
Ma vi ricordo i miei compagni di cammino, i tanti “poveri” come me incontrati. sparsi per il mondo:
I gesuiti missionari italiani che vivono in Ciad: padre Franco Martellozzo, Padre Angelo Gherardi, Padre Corrado Corti, colonne portanti per le opere che hanno realizzato. L’ascolto del loro vissuto ti fa sentire piccola.
i gesuiti in loco, ciadiani e camerunesi,
i beneficiari del progetto, tecnici di laboratorio, professori, costruttori, elettricisti, guardiani, pazienti,
i benefattori nei confronti dei quali mi sento profondamente responsabile perché ogni goccia di bene, anche la più piccola, chiede di portare frutto.
Un’esperienza che definirei “straordinaria” accompagnata da un vissuto ordinario. “
Tags: ciad, Corti, Gherardi, Magis, martellozzo, mongo, p. Franco., Sabrina
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Una lucida e profonda analisi su un grande problema visto da chi vive in quelle realtà da decenni e ne conosce la storia e la geografia: p. Franco Martellozzo affida a facebook le sue riflessioni fondate sull’esperienza diretta assieme alla concretezza delle soluzioni avviate.
Ne riportiamo un estratto.EMIGRAZIONE CLANDESTINA, FENOMENO INARRESTABILE ?
di p. Franco Martellozzo – gesuita- da 58 anni in CiadPREMESSA: Non mi sono ancora permesso di affrontare questo argomento perché talmente complesso che solo gli sciocchi ne parlano a iosa. …..Posso parlare solo a partire dalla mia esperienza personale limitata al Paese nel quale vivo e lavoro, la zona saheliana del Ciad. Mi domando anche se Facebook sia il luogo adatto a questo argomento. Quanti mi leggeranno fino alla fine? …..….
LA RICERCA DELL’ORO
Qualche anno fa l’oro è stato scoperto un po’ dappertutto nel Sahara….I giovani vengono reclutati con contratto firmato e poi messi nel deserto a scavare in condizioni infernali. Se tentano di scappare vengono abbattuti…L’EMIGRAZIONE VESO LA LIBIA
Questa filiera è la più infame. Dei trasportatori mafiosi caricano i giovani dai villaggi, gratuitamente, e li trasportano al confine con la Libia. Qui, in combutta con i trasportatori, vengono fatti prigionieri dalle tribù locali e maltrattati e filmati. Le immagini dei giovani torturati vengono mandate ai genitori ai quali viene chiesto un riscatto che va dagli 800.000 franchi cfa, in su. Questi, poveri contadini, vendono buoi, aratro, carretta, capre e buoi….per pagare. I giovani allora vengono liberati e spariscono in Libia dove diventano mercenari per la guerra, manovali ecc. Evidentemente qualcuno di certo tenta anche di passare in Italia perché ogni tanto, anche se raramente, ci arrivano notizie di annegamenti.REAZIONE DEGLI ADULTI LOCALI
Gli adulti, tutti senza eccezione, condannano queste partenze che svuotano i villaggi e riducono alla miseria i poveri genitori….1- Questi giovani non hanno più voglia di sfacchinare sulla terra perché hanno il cervello deformato dalle parabole televisive. Vogliono la ricchezza in fretta….
2- …. Il fenomeno sparirebbe se le autorità locali intervenissero con fermezza … Ma le autorità locali sono impotenti a causa di certi governanti …. Le potenze occidentali se vogliono combattere il fenomeno debbono stangare senza pietà i governanti dei paesi dai quali provengono i profughi. E niente aiuti !
3- Alcuni genitori non si commuovono più alle immagini dei figli torturati e rifiutano di pagare dichiarando per WhatsApp ai figli: “Avete chiesto il mio parere prima di partire? Adesso arrangiatevi!” Ho l’impressione che questa svolta dei genitori si sta sviluppando.
REAZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA
A- LA NOSTRA ANALISI.-
La situazione politica corrotta impedisce ai giovani, anche volenterosi, di avere uno spazio nella società facendosi una carriera onesta. Questo stato di cose crea uno scoraggiamento generale e un desiderio fortissimo di fuggire un paese considerato senza avvenire….
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Certamente le filiere mafiose approfittano del fatto che questi giovani, hanno il cervello lavato dai mass media. Le paraboliche esistono ormai in tutti villaggi e hanno distrutt0 i valori della società tradizionale creando la cultura dell’effimero, del guadagno facile. I giovani quindi sono disposti a tutto pur di non fare il mestiere del contadino. La visione di un mondo magico spinge molti ingenui a partire, per qualsiasi via, per far fortuna…..
MALEDETTI MASS MEDIA? Compreso Facebook che sto utilizzando? No! Non maledico nessuno, ma da anni cerchiamo la strada per far uscire i nostri giovani da questa maledetta visione!!
B- I NOSTRI TENTATIVI DI SOLUZIONE:
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LEGARE L’ INSEGNAMENTO SCOLASTICO AD ATTIVITA ECONOMICHE
La scuola infatti, forma solo scribacchini e funzionari statali che raramente e solo con raccomandazione trovano lavoro…La scuola deve preparare i ragazzi a diventare dei bravi agricoltori, muratori, saldatori, non solo scribacchini stipendiati dallo stato. Insomma qui tutte le scuole elementari e medie dovrebbero avere un ramo professionale legato alle realtà economiche locali.
2- CREARE DELLE ATTIVITA ECONOMICHE CHE PERMETTANO AI GIOVANI DI USCIRE DA UN’AGRICOLTURA PRIMITIVA E MISERA.
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Dopo il solenne fallimento dei trattori, abbiamo formato ormai in tre anni più di due mila giovani all’uso degli attrezzi a trazione animale e alla gestione delle terre e sementi.
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Abbiamo creato di sana pianta un’officina che fabbrica questi attrezzi a trazione animale per non più importarli dall’estero. Permettiamo così ai fabbri locali di evolvere e di guadagnare onestamente la vita diventando dei veri artigiani. Il mercato degli attrezzi agricoli sarebbe infinito. Sui trenta mila soci della nostra federazione agricola, solo sei o sette mila posseggono l’aratro.
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Tentiamo di creare un po’ dappertutto degli atelier di apprendistato con tecniche utili all’agricoltura, al giardinaggio, all’allevamento…Insomma a delle attività che aprono il mercato del lavoro. Perfino l’apicultura ha preso piede e diventa un’attività ecologica molto importante.
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Infine, incoraggiamo i genitori ad organizzarsi per non pagare più i riscatti e stroncare alla radice queste partenze pazze.
PER FINIRE:
Si dice che una rondine non fa Primavera. Invertiamo allora il proverbio:” Anche una sola rondine può far Primavera!”Scarica il post integrale MIGRAZIONE CLANDESTINA
Tags: aratri, ciad, emigrazione, martellozo
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Il dott. Francesco Meduri durante la sua ultima missione a Nyahururu è stato profondamente colpito dall’impegno che le “Piccole figlie di S. Giuseppe”, profondono nell’aiutare i ragazzi di strada, orfani, vittime di abusi e crudeltà, ospiti del loro orfanatrofio.
Grazie a questo incontro con il nostro volontario, la nostra associazione non poteva restare insensibile al grido di aiuto.
E il ringraziamento che le suore ci hanno inviato per il nostro modesto aiuto, ci commuove per la sua semplicità e genuinità.
Siamo noi a dire GRAZIE a queste suore che profondono il loro impegno a soccorrere i ragazzi in difficoltà e cercare di dare loro una prospettiva di futuro.“…abbiamo già ricevuto i soldi e stiamo acquistando macchine da cucire da utilizzare presso il nostro istituto.. Noi insieme ai bambini della Baldo Children’s Home siamo molto felici e vi auguriamo la benedizione di Dio in tutto quello che fate.
Suor Hellen Apiyo (Baldo children’s home administrator)”
Tags: Baldo chidren's, Figlie di S. Giuseppe, kenya, Meduri
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di Sabrina Atturo, coordinatrice progetti MAGIS
Tornare in Ciad dopo il periodo del Covid-19 che ha segnato la vita di tutti noi, vedere di nuovo gli aeroporti che ricominciano a vivere con le persone che viaggiano, i negozi aperti dona un senso di speranza profonda dopo un periodo brutto quasi alle spalle, la vita che pian piano riprende il suo corso e che, spero ci trovi migliorati nel profondo.
Quando, agli inizi del 2020, il Covid-19 ha iniziato a sconvolgere le nostre vite in Italia e in Europa, il pensiero del MAGIS è andato subito ai nostri partner nel Sud del mondo.
Il loro sistema sanitario non avrebbe retto di fronte alla pandemia. Ci siamo subito mobilitati senza riuscire però a fare molto a causa della chiusura delle frontiere in tutto il mondo. Arrivavano richieste giornaliere di dispositivi, di farmaci, di attrezzature per affrontare l’emergenza, ma anche la nostra Europa era presa dall’emergenza e non c’era disponibilità di materiale da inviare all’estero. Giorni di rabbia e sconforto hanno segnato il mondo della cooperazione.
Verso la fine del mese di maggio, le frontiere si sono pian piano riaperte e, a fronte di una minore pressione sui nostri ospedale e di un aumento della produzione delle attrezzature e dei dispositivi a livello mondiale, siamo riusciti a inviare i primi aiuti. La gioia più grande? Poter inviare in Ciad, con una valigia diplomatica, il primo alcolometro per permettere all’ospedale di produrre soluzioni detergenti per il personale sanitario! Poca cosa, ne sono consapevole, ma dopo tre mesi di blocco totale vi assicuro che l’entusiasmo per l’alcolometro ha donato nuovo slancio e linfa vitale, un primo timido segno che la pressione Covid-19 si stava allentando sull’Europa e potevamo riprendere con slancio il nostro impegno missionario.Da lì a qualche mese abbiamo spedito tutti le apparecchiature utili a realizzare un laboratoriale molecolare Covid-19, il Laboratorio di Grandi Epidemie Tropicali presso il Complesso Universitario-Ospedaliero Le Bon Samaritain a N’Djamena gestito dai padri gesuiti.
Un progetto gestito direttamente dal MAGIS e reso possibile grazie al finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Iniziativa d’Emergenza a favore delle popolazioni vulnerabili in Camerun e in Ciad AID 08/11762/2019 MAGIS – AICS Sede di Khartoum) e al bando straordinario dell’Ufficio per gli Interventi caritativi a favore del Terzo Mondo della Conferenza Episcopale Italiana con i fondi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica. Tanta solidarietà italiana anche nei momenti di profonda crisi interna!Avviare un laboratorio specializzato in Covid-19 e organizzare sessioni formative per medici, biologi e tecnici di laboratorio in Ciad, non era fattibile da Roma e così, senza non poche paure e grandi difficoltà diplomatiche per entrare, sono partita in nome e per conto del MAGIS, alla volta del Ciad spinta da un grido per la profonda ingiustizia nell’accesso ai mezzi che avevo vissuto per mesi.
Una settimana dopo mi ha raggiunto il Prof. Vittorio Colizzi, docente universitario di immunologia e patologia, specializzato in malattie infettive e in igiene della Sanità pubblica, esperto della sanità africana da oltre 20 anni, che senza tentennare, ha messo a disposizione le sue competenze per seguire, guidare e accompagnare la formazione Covid-19 del personale sanitario in Ciad. Una presenza che è stata vissuta come un segno tangibile di una solidarietà che nei momenti di crisi non si chiude ma deve resta aperta agli altri.
Come ha ribadito più volte Papa Francesco in questo tempo di crisi, “nessuno di salva da solo, ci siamo trovati su una stessa barca fragili e disorientati, chiamati a remare insieme”, mettersi a servizio gli uni degli altri anche nei momenti bui per vivere in pienezza il senso dell’appartenenza ad un’unica famiglia umana.Per fortuna il Ciad non è stato colpito pesantemente dal Covid-19 così come lo siamo stati noi, sarebbe stata la catastrofe totale, un sistema sanitario incapace di reggere la pressione…Ma il nostro impegno non è finito ancora.
Ora la sfida che ci attende è quella di continuare a rafforzare la capacità di sorveglianza epidemiologica in Ciad, la formazione dei tecnici, capire le ragioni della resistenza immunologica al Covid-19, rafforzare i laboratori di biologia molecolare perché restano sfide aperte sulla malaria, le epatiti e le altre epidemie che, in Ciad, continuano ad essere la causa di migliaia di morti ogni anno e sulle quali non bisogna abbassare l’attenzione mondiale.
Per tutto questo e molto altro, sono di nuovo sotto il cielo ciadiano sempre caldo (40°) e profondamente accogliente.Sabrina Atturo N’Djamena 11Giugno 2021
Tags: ciad, Covid, le bon samaritain, Magis, Sabrina Atturo
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