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  • Il video intitolato “L’acqua è vita” realizzato dalla Caritas di Mongo, inviatoci da p. Franco, ci mostra nella sua cruda realtà i problemi connessi all’acqua in quella zona.
    Il titolo di questo video esprime e riassume quanto racconta con le immagini: la drammaticità di quella situazione, la lotta e l’impegno di tutta la comunità per cercare l’acqua, conservarla, utilizzarla nel quotidiano, perché l’acqua è vita.
     Un video tutto da guardare, che ci fa meditare e ammirare come p. Franco affronta i problemi da 60 anni. 

    L’originale del video è con voce narrante fuori campo in francese con sottotitoli in francese (di youtube). In considerazione del valore del video, riteniamo utile offrire l’opportunità di vederlo con i sottotitoli in italiano. I sottotitoli sono del traduttore automatico di youtube, per cui vi è qualche imperfezione, comunque trascurabile. La voce narrante è sostituita con della musica.

    Mosè Pagnin

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  • “LA GRANDE VISIONE
    “, così chiama p. Franco il suo progetto, non visionario, ma concreto, per far sì che le attività avviate possano durare in modo continuativo per dare un futuro alle popolazioni del Ciad.
    Nasce così l’idea di creare un a struttura, “Caritas Mongo”, con un Consiglio Direttivo formato da Ciadiani, provenienti dalle varie parrocchie di Mongo, con il preciso scopo di esaminare, proporre e verificare l’attuazione di progetti, condividendo le decisioni con le associazioni partner.
    Una struttura che si prefigge di gestire non un mero sussidio economico-finanziario proveniente da varie associazioni o ONG, fine a se stesso, i cui effetti si estinguono al cessare dell’aiuto, ma una struttura deputata a gestire la fornitura di strumenti e mezzi che i vari partner possono fornire, per realizzare i progetti.
    Responsabilizzazione e coinvolgimento degli stessi attori ciadiani quindi, che non saranno soggetti passivi, ma dovranno  gestire in proprio i grandi progetti, “affinché li sentano come propri e se ne assumano la responsabilità a lungo termine”, dice p. Franco.
    Una impostazione già creata da p. Franco e che ora vuole istituzionalizzare su vasta scala, con l’obiettivo di fare uscire le popolazioni locali  dalla situazione di mero assistenzialismo, ma coinvolgerle nella costruzione del proprio futuro.
    Una visione che viene da una vita di esperienza di p. Franco, che nel corso degli anni ha saputo realizzare grandi progetti valorizzando il supporto di collaboratori locali
    Ad oggi la federazione delle Banche di Cereali, che ne conta 354, e provvede alla costruzione di pozzi, alla realizzazione di piccole dighe , alla costruzione in 4 laboratori di aratri ed erpici, all’assistenza agli apicoltori, alla gestione di 3 dispensari, al coinvolgimento di un migliaio di bambini all’ecologia, alla gestione dell’orto botanico, all’aiuto ai rifugiati sudanesi.
    “Tutte queste opere hanno creato un bellissimo clima di amicizia con le popolazioni musulmane che rappresentano il 97 per cento della popolazione, considerano la Chiesa cattolica come la migliore amica del popolo.” sottolinea p. Franco.
    Mosè Pagnin

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  • “Gli attacchi di uccelli granivori e delle cavallette hanno distrutti i raccolti in molti villaggi.

    Ci aspetta una stagione difficile. Per questo ovunque possibile scaviamo pozzi e installiamo recinti metallici che permettano alle donne di coltivare gli orti.
    Le donne che vedete in queste immagini non avevano mai visto l’acqua sgorgare dalle loro terre riarse e non avevano mai coltivato un orticello.
    Avessi i soldi, potrei scavare pozzi e porre recinti a migliaia per gli orti delle donne di tutta la regione, che mi supplicano.
    Per preparare le nuove generazioni a lottare contro il deserto, nella chiesa di Baro, ai bambini più piccoli viene affidato un alberello da innaffiare e proteggere.”
    Questo grido di aiuto viene da p. Franco Martellozzo che continua ad affrontare le continue emergenze.
    Una terra difficile, desolata, ma dove la gente lotta compatta per la sopravvivenza.
    Diventa sempre più vitale trovare l’acqua, ma trovare l’acqua non è semplice.
    Occorre un esame scientifico che analizzi tutti i fattori atti a creare riserve d’acqua che alimentino i pozzi.

    Per fare uno studio in loco con tecniche moderne allo scopo di  “Stilare un progetto esecutivo che comprenda aspetti cartografici, dimensionamento puntuale delle opere e definire l’ubicazione delle nuove opere”, partiranno il 18 febbraio Giorgio Gagliardi architetto topografo, e Andrea Scumà geometra.
    Saranno coordinati dai geologi Luca Comitti ingegnere idraulico, presidente, e Cristiano Mastella, geologo, consigliere dell’ Associazione Ingegneri volontari ONLUS ” di Verona responsabili del progetto “…supportare tecnicamente la missione per l’approvvigionamento idrico…”.
    Una importante iniziativa attesa con comprensibile ansia e speranza dalla popolazione del Sahel per un concreto contributo ad affrontare e risolvere l’annoso problema dell’acqua.
    Son in partenza anche Antonietta Baù di Bassano e Pierino Milani di Camposampiero per visitare le scuole e prendere contatti per il loro sviluppo.
    Grazie ai volontari, grazie a chi non è insensibile al grido di aiuto.
    Mosè Pagnin

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  • Il raggiungimento dell’autosufficienza alimentare per i Paesi in Via di Sviluppo è un obiettivo che è tornato prepotentemente alla ribalta per la grave crisi internazionale.

    ” Il segreto dell’autosufficienza alimentare mi è stato rivelato agli albori della mia esperienza africana negli anni 1971. In quegli anni remoti, introducevo la cultura a trazione animale in Ciad e avevo creato una scuola per la formazione dei contadini”  dice p. Martellozzo in una sua riflessione.
    E ricorda:

    “…le culture di esportazione, come il cotone, rappresentano un pericolo per le popolazioni africane se manca la base solida del mercato locale e l’autosufficienza alimentare.
    Per questo, ormai da una vita, mi son dato da fare su più fronti:
    – creazione banche dei cerali per la lotta contro gli usurai dei prodotti agricoli
    – incremento di un’agricoltura ecologica con tecniche naturali di arricchimento del suolo,
    – sviluppo della cultura a trazione animale ( i trattori che distruggono lo strato organico del suolo ).
    orti per le donne,

    piantagioni d’alberi per i bambini delle scuole, e arnie per gli apicoltori.
    In questo momento, qui a Mongo, i contadini che coltivano i prodotti tradizionali (miglio, sorgo, arachidi, sesamo…) non sentono i soprassalti del mercato internazionale.

    Purtroppo devo constatare che l’Africa, un paese dalle possibilità agricole infinite, è diventata schiava delle importazione di grano straniero. Importante che le culture industriali non distruggano l’autonomia alimentare che poggia sui prodotti locali.”
    E’ questo un estratto delle riflessioni di p. Franco. Riflessioni che ci ricordano le azioni concrete  messe in atto da lui per affrontare il problema dell’autosufficienza alimentare.
    Il successo delle Banche dei Cerali con oltre 40.000 aderenti, è stato tale cha ha attirato l’attenzione della grande stampa, così come gli altri interventi concreti.

    Fraternità Missionaria ha supportato p. Franco fin dai tempi in cui Dario nel lontano 1980 andava a cercare l’acqua e ad insegnare agli agricoltori le tecniche per aumentare la produzione.
    Un aiuto che è continuato negli anni e continua fino ad oggi con il sostegno economico e logistico.
    In questi giorni è stato inviato un’altra tranche di 5.000 euro per la costruzione di nuovi aratri a conduzione animale che vanno ad aggiungersi alle migliaia già prodotti.
    Mosè Pagnin

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  • Riceviamo da una “diocesi di frontiera” – Mongo – Ciad.
    di p. Franco Martellozzo
    Carissimi amici di Fraternità Missionaria,
    d
    ovete sapere che la nostra chiesa nella parrocchia di Baro è la prima costruita nella regione dai missionari francesi nel 1958.
    Una chiesa che ne ha viste di tutte: perfino usata come dormitorio da  molti fanatici ribelli islamisti allo scopo di distruggere alle radici la comunità cattolica di Baro.
    Ma la fede ha trionfato. Quest’anno abbiamo proceduto ai lavori di restauro ai quali ha partecipato tutta la comunità, bambini compresi.
    Queste foto testimoniano l’apporto dei bambini, a scaricare mattoni, e a portare acqua con la carretta.
    Un bel segno di vitalità e di speranza che ci invita a celebrare il Natale nella gioia malgrado tutte le difficoltà del momento. Nulla può vincere la fede che viene dal fondo del cuore.
    Per questo vi auguriamo che le preoccupazioni per il Covid non soffochino in voi la speranza che il Signore fattosi bambino ha aperto all’umanità sofferente.
    Mille auguri a tutti voi.
    p. Franco Martellozzo

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  • Riceviamo e vi proponiamo una testimonianza che fa riflettere. Ecco uno stralcio.
    “CAMMINARE CON I POVERI”  
    di Sabrina Atturo, coordinatrice progetti MAGIS
    “E’ un anno e mezzo che sono stata travolta da una nuova incredibile avventura in Ciad per la gestione di progetti. Sono mesi che ho la possibilità di immergermi concretamente nella realtà di un paese estremamente povero, uno degli ultimi nell’Indice di Sviluppo Umano.
    Ogni volta che parto, ogni giorno che vivo in Ciad mi confronto con le mie fragilità, le mie paure, i miei limiti, ma in questo sentirmi piccola e fragile emerge tutta la grazia dei tanti compagni di viaggio.
    Mi sento una creatura limitata e questo mi aiuta ad ascoltare ed accogliere l’altro nelle sue differenze, le sue gioie e le sue debolezze.

    Ma vi ricordo i miei compagni di cammino, i tanti “poveri” come me incontrati. sparsi per il mondo:
    I gesuiti missionari italiani che vivono in Ciad: padre Franco Martellozzo, Padre Angelo Gherardi, Padre Corrado Corti, colonne portanti per le opere che hanno realizzato.  L’ascolto del loro vissuto ti fa sentire piccola.
    i gesuiti in loco, ciadiani e camerunesi,
    i beneficiari del progetto, tecnici di laboratorio, professori, costruttori, elettricisti, guardiani, pazienti,
    i benefattori nei confronti dei quali mi sento profondamente responsabile perché ogni goccia di bene, anche la più piccola, chiede di portare frutto.
    Un’esperienza che definirei “straordinaria” accompagnata da un vissuto ordinario. “


     

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  • Su “Avvenire”del 6 ottobre “focus” sui progetti realizzati da p. Franco Martellozzo: dalla sanità, all’acqua potabile, alle scuole, all’ambiente, alla formazione agricola, alla formazione sociopolitica.  Un’intervista a tutto campo.
    ———————
    Pbblichiamo uno stralcio.

    “Quando si genera vita buona per gli altri e ci si prodiga per il felice compimento della loro esistenza il mondo cambia e diventa una casa più giusta in cui è bello per tutti abitare. Ne è felice esempio quanto accade in Ciad.
    Quì, nella città di Mongo e nella vasta regione circostante, tra il Sahel e il Sahara, migliaia di persone hanno cominciato a vivere dignitosamente e a guardare al futuro con serenità,..
    Qui vive padre Franco Martellozzo, che ha offerto e continua a offrire questa dedizione con generosità. Gesuita, 83 anni, di cui 58 trascorsi nel Paese africano,….
    La maggior parte della popolazione professa la fede islamica; i Cristiani (cattolici e protestanti) sono circa il 3%.
    ………«Il principio che ha sempre guidato la mia opera e nel quale credo convintamente è prendere in mano e cercare di risolvere tutti i problemi che affliggono una popolazione…», osserva padre Franco.
    …..E pensando ai problemi dell’Africa, aggiunge: «Sono convinto che, rafforzando il proprio impegno, la Chiesa di questo continente, che è l’istituzione più radicata e stabile fra quelle presenti, possa autorevolmente guidare l’attuazione di un modello di sviluppo sostenibile e integrale, capace di prendersi davvero cura di ogni essere umano». “
    ——————–
    P. Franco, appena ritornato in Ciad dopo un breve soggiorno in Italia ci scrive  ” Ho ripreso gagliardamente le attività e vi terrò al corrente…. vi ringrazio tutti di cuore per la vostra amicizia calorosa che mi aiuta ad affrontare con coraggio le nuove avventure.
    Con affetto e riconoscenza.”
    Scarica l’intero  articolo Avvenire 6 ottobre    
    Sostieni anche tu i progetti di p. Franco con il tuo dono.  

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  • La consacrazione di un vescovo figlio del Ciad è una festa per la comunità di Mongo. Quì la Chiesa è al servizio di uno sviluppo senza frontiere, con la completa collaborazione di cristiani e musulmani, in una diocesi immensa a maggioranza mussulmana.
    “il cristianesimo non vuole fare concorrenza all’Islam, ma vuole essere un luogo di dialogo, di vita e di opere”,  dice mons. Coudray che ha fondato quella diocesi e che lascia ora alle cure del nuovo vescovo.
    Dalle immagini che p. Franco ha raccolto, assistiamo ad una partecipazione sentita dei fedeli, che si manifesta con la musica, il ritmo, il canto e la danza, in maniera coinvolgente, difficile da capire per noi occidentali.
    E’ l’autentica manifestazione del sentire interiore, perché la musica, espressione artistica di tutte le culture, in questo continente è l’anima di un popolo.

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