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  • Per l’Africa è questo il grande problema, un obiettivo che sembra difficile da raggiungere, ma che affrontato nella sua complessità può trovare una soluzione.
    Trovandosi immerso in quella realtà che gli ha consentito una profonda conoscenza del territorio e dei suoi problemi, p. Franco Martellozzo ha saputo individuare la soluzione concreta per aiutare quella gente: fornire loro aratri a trazione animale.
    Una scelta difficile da capire per noi che viviamo in una società ad alta meccanizzazione, ma che in quel contesto è stata vincente. Infatti i trattori forniti dal governo non hanno avuto successo a causa della mancanza di assistenza tecnica e di ricambi, che in quelle regioni è un ostacolo insormontabile, e perché distruggevano l’humus.
    Il raddoppio della produzione agricola, raggiunta col suo intervento, gli ha dato ragione.
    E il progetto avviato nel 2018 vede una crescente domanda da parte degli agricoltori. Ad oggi consegnati più di 4.000 aratri e appena rientrato in Ciad p. Franco ha avviato la produzione di altri  200, con il coinvolgimento di nuovi artigiani in loco formati da fratel Pietro Rusconi. E questo grazie al supporto di volontari in Italia, e al sostentamento da parte di Caritas Antoniana e di Fraternità Missionaria.
    Un concerto di amici volontari che aiutano a realizzare un progetto dallo scarso appeal emotivo per noi europei, ma dal grande impatto sociale in quelle terre.
     E’ un concreto aiuto a quelle popolazioni per aiutarle a raggiungere l’autosufficienza alimentare, a trasformare la loro terra in un posto dove restare e dove crearsi un futuro, unica alternativa alla fuga.
    Mosè Pagnin

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  • Il raggiungimento dell’autosufficienza alimentare per i Paesi in Via di Sviluppo è un obiettivo che è tornato prepotentemente alla ribalta per la grave crisi internazionale.

    ” Il segreto dell’autosufficienza alimentare mi è stato rivelato agli albori della mia esperienza africana negli anni 1971. In quegli anni remoti, introducevo la cultura a trazione animale in Ciad e avevo creato una scuola per la formazione dei contadini”  dice p. Martellozzo in una sua riflessione.
    E ricorda:

    “…le culture di esportazione, come il cotone, rappresentano un pericolo per le popolazioni africane se manca la base solida del mercato locale e l’autosufficienza alimentare.
    Per questo, ormai da una vita, mi son dato da fare su più fronti:
    – creazione banche dei cerali per la lotta contro gli usurai dei prodotti agricoli
    – incremento di un’agricoltura ecologica con tecniche naturali di arricchimento del suolo,
    – sviluppo della cultura a trazione animale ( i trattori che distruggono lo strato organico del suolo ).
    orti per le donne,

    piantagioni d’alberi per i bambini delle scuole, e arnie per gli apicoltori.
    In questo momento, qui a Mongo, i contadini che coltivano i prodotti tradizionali (miglio, sorgo, arachidi, sesamo…) non sentono i soprassalti del mercato internazionale.

    Purtroppo devo constatare che l’Africa, un paese dalle possibilità agricole infinite, è diventata schiava delle importazione di grano straniero. Importante che le culture industriali non distruggano l’autonomia alimentare che poggia sui prodotti locali.”
    E’ questo un estratto delle riflessioni di p. Franco. Riflessioni che ci ricordano le azioni concrete  messe in atto da lui per affrontare il problema dell’autosufficienza alimentare.
    Il successo delle Banche dei Cerali con oltre 40.000 aderenti, è stato tale cha ha attirato l’attenzione della grande stampa, così come gli altri interventi concreti.

    Fraternità Missionaria ha supportato p. Franco fin dai tempi in cui Dario nel lontano 1980 andava a cercare l’acqua e ad insegnare agli agricoltori le tecniche per aumentare la produzione.
    Un aiuto che è continuato negli anni e continua fino ad oggi con il sostegno economico e logistico.
    In questi giorni è stato inviato un’altra tranche di 5.000 euro per la costruzione di nuovi aratri a conduzione animale che vanno ad aggiungersi alle migliaia già prodotti.
    Mosè Pagnin

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  • Dopo il successo delle “Banche dei cereali”, che per la loro funzione hanno attirato l’attenzione dei grandi media internazionali, ora la lungimirante visione di p. Franco per aiutare quelle popolazioni ad uscire dalla fase di sottosviluppo, si sta concentrando sull’aumento della produttività.
    E con un mezzo semplice, che noi europei abituati alla tecnologia esasperata facciamo fatica a comprendere, ma che calato in quella realtà è la soluzione più concreta e realizzabile. La fornitura di aratri a trazione animale, accompagnata dalla formazione in agricoltura, aiuta quei contadini ad aumentare la produttività, a raggiungere l’autosufficienza alimentare, e conseguentemente a migliorare il tenore di vita.
    Non solo. L’impostazione che p. Franco ha dato, è quella anche di creare un substrato di artigiani, per costruire in proprio i mezzi e non dover dipendere dalle importazioni. Nascono così anche nuone opportunità di lavoro.
    La sua visione e i suoi obiettivi sono sostenuti anche da “Caritas Antoniana che ha finanziato con 20.000 euro il progetto presentato da F.M. e Mano Amica.  Il contributo è frutto della carità dei benefattori di Sant’Antonio, i quali, con le loro donazioni, esprimono il loro ringraziamento e la loro devozione”, come riporta p. Valentino Maragno direttore.
    L’importo va ad aggiungersi ai 20.000 euro offerti da F.M. e Mano Amica, oltre a quelli dei tanti donatori amici di p, Franco.


     

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  • Una lucida e profonda analisi su un grande problema visto da chi vive in quelle realtà da decenni e ne conosce la storia e la geografia: p. Franco Martellozzo affida a facebook le sue riflessioni fondate sull’esperienza diretta assieme alla concretezza delle soluzioni avviate.
    Ne riportiamo un estratto.
     EMIGRAZIONE CLANDESTINA, FENOMENO INARRESTABILE ?
    di p. Franco Martellozzo – gesuita- da 58 anni in Ciad
     PREMESSA:  Non mi sono ancora permesso di affrontare questo argomento perché talmente complesso che solo gli sciocchi ne parlano a iosa. …..Posso parlare solo a partire dalla mia esperienza personale limitata al Paese nel quale vivo e lavoro, la zona saheliana del Ciad.   Mi domando anche se Facebook sia il luogo adatto a questo argomento. Quanti mi leggeranno fino alla fine? …..….

    LA RICERCA DELL’ORO
    Qualche anno fa l’oro è stato scoperto un po’ dappertutto nel Sahara….I giovani vengono reclutati con contratto firmato e poi messi nel deserto a scavare in condizioni infernali. Se tentano di scappare vengono abbattuti…
     
    L’EMIGRAZIONE VESO LA LIBIA
    Questa filiera è la più infame. Dei trasportatori mafiosi caricano i giovani dai villaggi, gratuitamente, e li trasportano al confine con la Libia. Qui, in combutta con i trasportatori, vengono fatti prigionieri dalle tribù locali e maltrattati e filmati. Le immagini dei giovani torturati vengono mandate ai genitori ai quali viene chiesto un riscatto che va dagli 800.000 franchi cfa, in su.     Questi, poveri contadini, vendono buoi, aratro, carretta, capre e buoi….per pagare. I giovani allora vengono liberati e spariscono in Libia dove diventano mercenari per la guerra, manovali ecc. Evidentemente qualcuno di certo tenta anche di passare in Italia perché ogni tanto, anche se raramente, ci arrivano notizie di annegamenti.
     
    REAZIONE DEGLI ADULTI LOCALI
    Gli adulti, tutti senza eccezione, condannano queste partenze che svuotano i villaggi e riducono alla miseria i poveri genitori….
    1- Questi giovani non hanno più voglia di sfacchinare sulla terra perché hanno il cervello deformato dalle parabole televisive. Vogliono la ricchezza in fretta….
    2- …. Il fenomeno sparirebbe se le autorità locali intervenissero con fermezza … Ma le autorità locali sono impotenti a causa di certi governanti …. Le potenze occidentali se vogliono combattere il fenomeno debbono stangare senza pietà i governanti dei paesi dai quali provengono i profughi. E niente aiuti !
    3- Alcuni genitori non si commuovono più alle immagini dei figli torturati e rifiutano di pagare dichiarando per WhatsApp ai figli: “Avete chiesto il mio parere prima di partire? Adesso arrangiatevi!”  Ho l’impressione che questa svolta dei genitori si sta sviluppando. 
                                   REAZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA
    A- LA NOSTRA ANALISI. 
    • La situazione politica corrotta impedisce ai giovani, anche volenterosi, di avere uno spazio nella società facendosi una carriera onesta. Questo stato di cose crea uno scoraggiamento generale e un desiderio fortissimo di fuggire un paese considerato senza avvenire….
    • Certamente le filiere mafiose approfittano del fatto che questi giovani, hanno il cervello lavato dai mass media. Le paraboliche esistono ormai in tutti villaggi e hanno distrutt0 i valori della società tradizionale creando la cultura dell’effimero, del guadagno facile.   I giovani quindi sono disposti a tutto pur di non fare il mestiere del contadino.    La visione di un mondo magico spinge molti ingenui a partire, per qualsiasi via, per far fortuna…..
      MALEDETTI MASS MEDIA? Compreso Facebook che sto utilizzando?  No!  Non maledico nessuno, ma da anni cerchiamo la strada per far uscire i nostri giovani da questa maledetta visione!!
    B- I NOSTRI TENTATIVI DI SOLUZIONE:
    • LEGARE L’ INSEGNAMENTO SCOLASTICO AD ATTIVITA ECONOMICHE
      La scuola infatti, forma solo scribacchini e funzionari statali che raramente e solo con raccomandazione trovano lavoro…La scuola deve preparare i ragazzi a diventare dei bravi agricoltori, muratori, saldatori, non solo scribacchini stipendiati dallo stato.   Insomma qui tutte le scuole elementari e medie dovrebbero avere un ramo professionale legato alle realtà economiche locali.
    2-  CREARE DELLE ATTIVITA ECONOMICHE CHE PERMETTANO AI GIOVANI  DI  USCIRE DA UN’AGRICOLTURA PRIMITIVA E MISERA.  
    • Dopo il solenne fallimento dei trattori, abbiamo formato ormai in tre anni più di due mila giovani all’uso degli attrezzi a trazione animale e alla gestione delle terre e sementi.
    • Abbiamo creato di sana pianta un’officina che fabbrica questi attrezzi a trazione animale per non più importarli dall’estero. Permettiamo così ai fabbri locali di evolvere e di guadagnare onestamente la vita diventando dei veri artigiani. Il mercato degli attrezzi agricoli sarebbe infinito. Sui trenta mila soci della nostra federazione agricola, solo sei o sette mila posseggono l’aratro.
    • Tentiamo di creare un po’ dappertutto degli atelier di apprendistato con tecniche utili all’agricoltura, al giardinaggio, all’allevamento…Insomma a delle attività che aprono il mercato del lavoro. Perfino l’apicultura ha preso piede e diventa un’attività ecologica molto importante.
    • Infine, incoraggiamo i genitori ad organizzarsi per non pagare più i riscatti e stroncare alla radice queste partenze pazze.
           PER FINIRE:
    Si dice che una rondine non fa Primavera. Invertiamo allora il proverbio:” Anche una sola rondine può far Primavera!”
    Scarica il  post integrale MIGRAZIONE CLANDESTINA

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  • L’autosufficienza alimentare della popolazione del Ciad è il vero traguardo da perseguire: “solo così si potrà superare l’assistenzialismo” dice p. Franco.
    Dopo aver eliminato l’influenza nefasta sugli agricoltori da parte degli strozzini con il successo delle banche dei cereali, ben 400 con 40.000 capi famiglia aderenti, ora p. Franco punta a continuare la fornitura di aratri ed erpici a trazione animale, che si sono dimostrati i più adatti per non distruggere l’humus.
    Il progetto comprende anche la formazione agraria dei contadini e la formazione di fabbri, già 6 finora, per la loro costruzione e manutenzione.

    L’appello è stato accolto da Fraternità Missionaria e Mano Amica con la decisione di finanziare con un importo di euro 10.000 cad., la fornitura di 800 aratri, integrando quanto spendono i contadini per il loro acquisto.
    Un progetto avviato nel 2018, ma che ora deve soddisfare una richiesta crescente da parte degli agricoltori che hanno visto il netto miglioramento della produttività.
    “Se i contadini hanno il loro aratro, possono finalmente contare sull’autonomia alimentare e superare anche le difficoltà derivanti dalla crisi politica che sta trascinando il Ciad sull’orlo di una guerra civile” dice p. Franco nel corso di una videoconferenza con i Presidenti delle due associazioni.
    E il grazie di p. Franco va a quanti hanno dimostrato questa sensibilità, consigli direttivi e soci, fornendo un concreto aiuto.

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  • « Au Tchad, des banques de céréales transforment la vie des paysans.
    (
    In CIAD le Banche dei cereali trasformano la vita degli agricoltori) “

    “Mentre alle Nazioni Unite si discute il ri-finanziamento dei paesi del Sahel, questo Paese ha trovato una sua soluzione contro la malnutrizione… »
    Con questo titolo, « Le Monde », prestigioso quotidiano nazionale francese,  dedica un ampio reportage firmato da Augustin Campos, ai progetti di p. Franco Martellozzo, per lo straordinario successo e il grande progresso sociale ottenuti, grazie alla sua geniale intuizione e al suo impegno:
    « Banche dei cereali e  Aratri”. progetti sostenuti da Fraternità Missionaria e da Mano Amica.

    L’organizzazione delle Banche dei cereali, una grande realtà, provvede anche alla formazione degli agricoltori per l’utilizzo di aratri a trazione animale. Ne ha tratto beneficio la produzione agricola fino a triplicare la resa. Gli agricoltori coinvolti in questo progetto, hanno già acquistato oltre 1.500 aratri. 
    Un reportage fedele alla realtà…..almeno quella verso cui si tende e alla quale voi tutti collaborate con me…”  
    “L’ideale sarebbe che non ci fossero più degli interventi esterni a termine, né una struttura esterna, perché in questa condizione non ci sarebbe vero sviluppo.”  dice p. Franco.

     

    Scarica  l’articolo di “Le Monde” – Italiano (traduzione di Silvio Tessari)
    Scarica  l’articolo originale di “Le Monde” – francais.

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  • L’attenzione della stampa su di noi: il nostro impegno non passa inosservato.
    “Fraternità Missionaria apre un ospedale in Kenya” è il titolo sul Gazzettino di venerdì 9 Ottobre
     “…..Un traguardo impensabile per una piccola associazione, ma che ora è invece realtà…”.
    Scarica l’articolo de Il Gazzettino 9 Ottobre
    “La rivoluzione dell’aratroè il titolo di un servizio apparso su ”Il Messaggero di S. Antonio” di Ottobre.
    In Ciad un progetto in apparenza semplice nasconde una grande storia di missione che coinvolge un padre gesuita, un territorio vasto due volte l’Italia e, addirittura, Boko Haram, l’associazione terroristica più temuta d’Africa. …… In questo percorso esaltante e difficile, padre Franco è aiutato da due associazioni del padovano, Fraternità Missionaria di Cadoneghe e Mano amica di Camposampiero. Sono loro a chiamare in campo anche Caritas sant’Antonio.
    Scarica l’articolo de Il Messaggero – ottobre

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  • Un estratto del messaggio di speranza e di augurio da p. Franco a Mongo:
    Carissimi,
    In questo momento tutti i media mondiali parlano dell’Italia e della vera “Passione” che state attraversando. Il nostro pensiero va a tutti voi e in particolare a quelli che hanno perduto qualcuno dei loro cari: non bisogna chiudersi nella sofferenza, ma allargare il cuore come quello di Dio.
    Penso molto a voi e mi auguro che il morbo stia lontano dalla vostra casa e che ci ritroviamo un giorno.
    Anche in Ciad si sono prese delle precauzioni: in sostanza quelle promosse dal governo e dalla Chiesa sono simili alle vostre, ma le strutture sanitarie non sono all’altezza di affrontare un simile flagello.

    Oltre alla reazione a livello governativo e pastorale abbiamo intrapreso alcune azioni operative.

    Abbiamo ripreso la produzione di varechina tramite gli impianti ” Dario-Ferro” inviatici da Fraternità Missionaria ai tempi del colera, che ci hanno aiutato a debellare quella terribile epidemia.
    Il prodotto viene utilizzato come disinfettante nei dispensari, nelle biblioteche, nei luoghi pubblici.

    Avendo concluso la formazione agricola con più di 3 mila agricoltori, incontriamo solo i responsabili delle banche dei cereali per sensibilizzarli al problema del coronavirus.

    Produzione di aratri coi fabbri locali appoggiati dall’officina Foi et Joie – Rusconi”.
    Abbiamo organizzato la formazione di 5 fabbri locali, per la produzione di attrezzature agricole a trazione animale, aratri ed erpici. La produzione è controllata, modificata e migliorata dall’officina meccanica messa in funzione grazie all’aiuto degli amici italiani venuti nel Febbraio scorso e alla competenza di fratel Pietro Rusconi.

    Sono già stati prodotti 350 esemplari e si pensa di arrivare al 900-1000.  Solo ora, dopo il fallimento dell’uso di trattori (operazione lanciata con grande pompa dal Governo, ma rivelatisi inadatti al fragile suolo ciadiano) si sta scoprendo l’importanza della trazione animale.

    Ecco succintamente il nostro modo di reagire al coronavirus, mentre ci auguriamo di tutto cuore che rallenti la sua stretta in Europa e che qui ai tropici sia ricacciato dal calore che ora è 44 gradi all’ombra.
    Con affetto e riconoscenza a tutti voi,
    p. Franco Martellozzo.
    Mongo 30 marzo 2020

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