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  • Togliere i ragazzi dalla strada e farne degli agricoltori è un’impresa non facile in Ciad.

    I figli di genitori poveri che frequentano le scuole coraniche sono costretti, per antica tradizione, a mendicare per pagare la scuola: si vedono così gruppetti di bambini e ragazzi con una ciotola per raccogliere gli avanzi dei pasti o qualche monetina.
    “La vita di questi ragazzi è infernale: fame, intemperie, malattie e botte se tornano a ciotola vuota. Alla fine del curriculum di formazione avranno imparato il Corano a memoria, ma null’altro, e saranno vittime degli integralisti che fomentano i movimenti armati estremisti”, ci descrive p. Franco Martellozzo.
    Trasformare le scuole coraniche in centri agricoli moderni e produttivi in modo da raggiungere l’autonomia alimentare e togliere i giovani dalla strada: questo l’obiettivo di p. Franco.
    In tre di queste scuole hanno è stato raggiunto l’obiettivo: grazie alla formazione e all’uso della trazione animale, 150 alunni sono diventati bravi agricoltori fino a raggiungere l’autosufficienza alimentare.

    “Alla fine del curriculum di studi, questi ragazzi saranno capaci di diffondere in altri villaggi le tecniche apprese. Non saranno dei parassiti e non cadranno nella trappola degli estremisti armati”, continua p. Franco, che in mezzo a mille difficoltà legate all’indigenza e alle antiche tradizioni, realizza progetti per l’emancipazione di quelle genti e per dare un futuro ai giovani.
    Ma ha bisogno anche del nostro sostegno concreto.
    Mosè Pagnin

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  • Ovunque dove c’è acqua, c’è vita. In Ciad, dove c’è un pozzo, c’è vita.
    Ma quando i pozzi sono a secco, nasce il dramma. E quì prende corpo la proposta di p. Franco di costruire una diga con i massi granitici che si trovano in quella zona, per permettere alle acque dei torrenti di infiltrarsi nel suolo e alimentare i pozzi. 
    Un’idea di difficile realizzazione, considerato la mancanza di mezzi a disposizione. Un lavoro incredibile ai nostri occhi.
    Ma nel villaggio di Gourbiti, la popolazione non vuole abbandonare quelle terre e decide di costruire la diga con le mani.
    Ecco allora che si mobilitano tutti gli abitanti del villaggio, comprese donne e bambini, per realizzare un’impresa titanica: spaccare i massi, trasportarli, imbrigliarli, fino a che la diga prende forma.
    ” …le donne riescono a coltivare gli ortaggi e mi ringraziano con le lacrime agli occhi”, dice p. Franco Martellozzo, “e ora che l’acqua alimenta i pozzi, nessuno pensa più di abbandonare il villaggio.”

    Grazie p. Franco.  Grazie a chi dona per un pozzo, per la vita.
    Mosè Pagnin

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  • Il raggiungimento dell’autosufficienza alimentare per i Paesi in Via di Sviluppo è un obiettivo che è tornato prepotentemente alla ribalta per la grave crisi internazionale.

    ” Il segreto dell’autosufficienza alimentare mi è stato rivelato agli albori della mia esperienza africana negli anni 1971. In quegli anni remoti, introducevo la cultura a trazione animale in Ciad e avevo creato una scuola per la formazione dei contadini”  dice p. Martellozzo in una sua riflessione.
    E ricorda:

    “…le culture di esportazione, come il cotone, rappresentano un pericolo per le popolazioni africane se manca la base solida del mercato locale e l’autosufficienza alimentare.
    Per questo, ormai da una vita, mi son dato da fare su più fronti:
    – creazione banche dei cerali per la lotta contro gli usurai dei prodotti agricoli
    – incremento di un’agricoltura ecologica con tecniche naturali di arricchimento del suolo,
    – sviluppo della cultura a trazione animale ( i trattori che distruggono lo strato organico del suolo ).
    orti per le donne,

    piantagioni d’alberi per i bambini delle scuole, e arnie per gli apicoltori.
    In questo momento, qui a Mongo, i contadini che coltivano i prodotti tradizionali (miglio, sorgo, arachidi, sesamo…) non sentono i soprassalti del mercato internazionale.

    Purtroppo devo constatare che l’Africa, un paese dalle possibilità agricole infinite, è diventata schiava delle importazione di grano straniero. Importante che le culture industriali non distruggano l’autonomia alimentare che poggia sui prodotti locali.”
    E’ questo un estratto delle riflessioni di p. Franco. Riflessioni che ci ricordano le azioni concrete  messe in atto da lui per affrontare il problema dell’autosufficienza alimentare.
    Il successo delle Banche dei Cerali con oltre 40.000 aderenti, è stato tale cha ha attirato l’attenzione della grande stampa, così come gli altri interventi concreti.

    Fraternità Missionaria ha supportato p. Franco fin dai tempi in cui Dario nel lontano 1980 andava a cercare l’acqua e ad insegnare agli agricoltori le tecniche per aumentare la produzione.
    Un aiuto che è continuato negli anni e continua fino ad oggi con il sostegno economico e logistico.
    In questi giorni è stato inviato un’altra tranche di 5.000 euro per la costruzione di nuovi aratri a conduzione animale che vanno ad aggiungersi alle migliaia già prodotti.
    Mosè Pagnin

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  • Brevi estratti da “FAMIGLIA CRISTIANA” del 5 Marzo
    “In Ciad, uno dei Paesi fra i più poveri e meno alfabetizzati del mondo, prosegue un intenso programma di percorsi educativi per i più piccoli e per promuovere l’emancipazione femminile.
     In un’area dove l’Islam e le religioni tradizionali rappresentano la maggioranza della popolazione e i cristiani sono minoranza, questo favorisce quel dialogo sempre più necessario.
    L’iniziativa ha consentito la realizzazione nella vastissima diocesi di Mongo – con la collaborazione di p. Franco Martellozzo, referente del progetto – di otto scuole e altrettanti orti. La più recente, è stata inaugurata nei giorni scorsi alla presenza di Antonietta Baù, in rappresentanza della Fism, e di suor Indri Olivos che coordina le attività didattiche delle otto scuole, dove si sono alternate diverse figure di grande professionalità
     Sin qui il programma attuato ha consentito di rinnovare percorsi educativi per i più piccoli e di promuovere l’emancipazione femminile.  A partire dalle bambine, maggiormente bisognose di alfabetizzazione. Insomma, un vero “ponte” costruito fra l’Italia e il Ciad,
    Oggi sono le stesse comunità locali a chiedere aiuto nella costruzione di nuove scuole, ..
    La formazione in queste scuole tiene conto del fatto che a volte il 100% dei bambini non sono cristiani e quindi insiste sui valori universali riguardanti la relazione ed il rispetto degli altri.
    Un modo per pronunciare “Prima i bambini”.
    leggi quì l’articolo intero

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  • Riceviamo da una “diocesi di frontiera” – Mongo – Ciad.
    di p. Franco Martellozzo
    Carissimi amici di Fraternità Missionaria,
    d
    ovete sapere che la nostra chiesa nella parrocchia di Baro è la prima costruita nella regione dai missionari francesi nel 1958.
    Una chiesa che ne ha viste di tutte: perfino usata come dormitorio da  molti fanatici ribelli islamisti allo scopo di distruggere alle radici la comunità cattolica di Baro.
    Ma la fede ha trionfato. Quest’anno abbiamo proceduto ai lavori di restauro ai quali ha partecipato tutta la comunità, bambini compresi.
    Queste foto testimoniano l’apporto dei bambini, a scaricare mattoni, e a portare acqua con la carretta.
    Un bel segno di vitalità e di speranza che ci invita a celebrare il Natale nella gioia malgrado tutte le difficoltà del momento. Nulla può vincere la fede che viene dal fondo del cuore.
    Per questo vi auguriamo che le preoccupazioni per il Covid non soffochino in voi la speranza che il Signore fattosi bambino ha aperto all’umanità sofferente.
    Mille auguri a tutti voi.
    p. Franco Martellozzo

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  • Riportiamo parte del messaggio della Pontificia Università Gregoriana.
    “Mercoledì 13 ottobre P. Jacquineau Azétsop S.J., Decano e Professore della Facoltà di Scienze Sociali è tornato alla casa del Padre….
    «Tutti siamo stati testimoni della generosità con cui P. Azétsop ha guidato la Facoltà di Scienze Sociali, senza misurare energie e tempo in questa missione che ha vissuto con profondo impegno e un grande senso di responsabilità», scrive il Rettore,… la nostra gratitudine per il suo servizio creativo alla Chiesa e per il suo insegnamento nella nostra Università e nelle diverse istituzioni nel mondo».
    P. Azétsop era nato a Douala (Cameroon) il 2 marzo 1972. …aveva tenuto corsi di politica sanitaria, epidemiologia sociale e bioetica; sul legame tra politica, etica e sanità pubblica, deontologia medica, giustizia sociale, globalizzazione e diritti umani.”
    ————————————–
    Abbiamo avuto la fortuna di ascoltare i suoi illuminati e profondi interventi ai Meeting annuali con p. Franco Martellozzo, di cui era molto amico.
    Grande conoscitore dei problemi del mondo da cui proveniva, è stato la prova vivente della volontà di riscatto di molti giovani africani per cercare un futuro migliore.
    Il suo curriculum, che appare nel sito dell’Università, può stupire e fare invidia a molti di noi che si credono arrivati, là dove altri con modestia partono. Un grande insegnamento.
    Su sua richiesta, nel 2020 Fraternità Missionaria ha contribuito al finanziamento di un pozzo nella sua regione.

     

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  • Riceviamo e vi proponiamo una testimonianza che fa riflettere. Ecco uno stralcio.
    “CAMMINARE CON I POVERI”  
    di Sabrina Atturo, coordinatrice progetti MAGIS
    “E’ un anno e mezzo che sono stata travolta da una nuova incredibile avventura in Ciad per la gestione di progetti. Sono mesi che ho la possibilità di immergermi concretamente nella realtà di un paese estremamente povero, uno degli ultimi nell’Indice di Sviluppo Umano.
    Ogni volta che parto, ogni giorno che vivo in Ciad mi confronto con le mie fragilità, le mie paure, i miei limiti, ma in questo sentirmi piccola e fragile emerge tutta la grazia dei tanti compagni di viaggio.
    Mi sento una creatura limitata e questo mi aiuta ad ascoltare ed accogliere l’altro nelle sue differenze, le sue gioie e le sue debolezze.

    Ma vi ricordo i miei compagni di cammino, i tanti “poveri” come me incontrati. sparsi per il mondo:
    I gesuiti missionari italiani che vivono in Ciad: padre Franco Martellozzo, Padre Angelo Gherardi, Padre Corrado Corti, colonne portanti per le opere che hanno realizzato.  L’ascolto del loro vissuto ti fa sentire piccola.
    i gesuiti in loco, ciadiani e camerunesi,
    i beneficiari del progetto, tecnici di laboratorio, professori, costruttori, elettricisti, guardiani, pazienti,
    i benefattori nei confronti dei quali mi sento profondamente responsabile perché ogni goccia di bene, anche la più piccola, chiede di portare frutto.
    Un’esperienza che definirei “straordinaria” accompagnata da un vissuto ordinario. “


     

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  • Su “Avvenire”del 6 ottobre “focus” sui progetti realizzati da p. Franco Martellozzo: dalla sanità, all’acqua potabile, alle scuole, all’ambiente, alla formazione agricola, alla formazione sociopolitica.  Un’intervista a tutto campo.
    ———————
    Pbblichiamo uno stralcio.

    “Quando si genera vita buona per gli altri e ci si prodiga per il felice compimento della loro esistenza il mondo cambia e diventa una casa più giusta in cui è bello per tutti abitare. Ne è felice esempio quanto accade in Ciad.
    Quì, nella città di Mongo e nella vasta regione circostante, tra il Sahel e il Sahara, migliaia di persone hanno cominciato a vivere dignitosamente e a guardare al futuro con serenità,..
    Qui vive padre Franco Martellozzo, che ha offerto e continua a offrire questa dedizione con generosità. Gesuita, 83 anni, di cui 58 trascorsi nel Paese africano,….
    La maggior parte della popolazione professa la fede islamica; i Cristiani (cattolici e protestanti) sono circa il 3%.
    ………«Il principio che ha sempre guidato la mia opera e nel quale credo convintamente è prendere in mano e cercare di risolvere tutti i problemi che affliggono una popolazione…», osserva padre Franco.
    …..E pensando ai problemi dell’Africa, aggiunge: «Sono convinto che, rafforzando il proprio impegno, la Chiesa di questo continente, che è l’istituzione più radicata e stabile fra quelle presenti, possa autorevolmente guidare l’attuazione di un modello di sviluppo sostenibile e integrale, capace di prendersi davvero cura di ogni essere umano». “
    ——————–
    P. Franco, appena ritornato in Ciad dopo un breve soggiorno in Italia ci scrive  ” Ho ripreso gagliardamente le attività e vi terrò al corrente…. vi ringrazio tutti di cuore per la vostra amicizia calorosa che mi aiuta ad affrontare con coraggio le nuove avventure.
    Con affetto e riconoscenza.”
    Scarica l’intero  articolo Avvenire 6 ottobre    
    Sostieni anche tu i progetti di p. Franco con il tuo dono.  

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