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L’autosufficienza alimentare della popolazione del Ciad è il vero traguardo da perseguire: “solo così si potrà superare l’assistenzialismo” dice p. Franco.
“Se i contadini hanno il loro aratro, possono finalmente contare sull’autonomia alimentare e superare anche le difficoltà derivanti dalla crisi politica che sta trascinando il Ciad sull’orlo di una guerra civile” dice p. Franco nel corso di una videoconferenza con i Presidenti delle due associazioni.
Tags: aratri, ciad, guera, martellozzo, p. Franco.
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La consacrazione di un vescovo figlio del Ciad è una festa per la comunità di Mongo. Quì la Chiesa è al servizio di uno sviluppo senza frontiere, con la completa collaborazione di cristiani e musulmani, in una diocesi immensa a maggioranza mussulmana.
“il cristianesimo non vuole fare concorrenza all’Islam, ma vuole essere un luogo di dialogo, di vita e di opere”, dice mons. Coudray che ha fondato quella diocesi e che lascia ora alle cure del nuovo vescovo.
Dalle immagini che p. Franco ha raccolto, assistiamo ad una partecipazione sentita dei fedeli, che si manifesta con la musica, il ritmo, il canto e la danza, in maniera coinvolgente, difficile da capire per noi occidentali.
E’ l’autentica manifestazione del sentire interiore, perché la musica, espressione artistica di tutte le culture, in questo continente è l’anima di un popolo.
Tags: ciad, Coudray, mongo, p. Franco., vescovo
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Scuole cattoliche e scuole coraniche unite per la lotta alla desertificazione. Il dialogo interreligioso e la convivenza pacifica unica via per il progresso.
Tags: ciad, deserto, dialogo interreligioso., scuoele cattoliche, scuole coraniche
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Affrontare l’emergenza senza dimenticare i poveri del Sud del Mondo.
Per non essere travolti dall’epidemia, sensibilizzazione e prevenzione innanzitutto. In Ciad si moltiplicano i centri di formazione per produrre la varechina, potente disinfettante: all’ospedale di Mongo, nei centri di Korbo, Koubo, Bitkine, Dadouar, Niergui, mentre si avvia la produzione in loco di mascherine e indumenti di protezione.
Con la chiusura delle scuole anche la gioventù si è organizzata in piccoli lavori mentre i più piccoli vengono indirizzati a costruire oggetti in argilla.
P. Franco Martellozzo è in prima linea, assieme alle strutture di Aura Caritas , al vicariato apostolico di Mongo, alla fondazione Magis.
Anche fratel Pietro Rusconi, pur colpito dalla scomparsa dei suoi 2 fratelli in Italia per il corona virus, presta la sua instancabile opera, perché come dice lui “non bisogna chiudersi nella sofferenza”.
Un grande impegno, una grande lotta ci accomuna.Tags: ciad, corona-virus, martellozzo, mongo
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Un estratto del messaggio di speranza e di augurio da p. Franco a Mongo:
Carissimi,
In questo momento tutti i media mondiali parlano dell’Italia e della vera “Passione” che state attraversando. Il nostro pensiero va a tutti voi e in particolare a quelli che hanno perduto qualcuno dei loro cari: non bisogna chiudersi nella sofferenza, ma allargare il cuore come quello di Dio.
Penso molto a voi e mi auguro che il morbo stia lontano dalla vostra casa e che ci ritroviamo un giorno.
Anche in Ciad si sono prese delle precauzioni: in sostanza quelle promosse dal governo e dalla Chiesa sono simili alle vostre, ma le strutture sanitarie non sono all’altezza di affrontare un simile flagello. Oltre alla reazione a livello governativo e pastorale abbiamo intrapreso alcune azioni operative. Abbiamo ripreso la produzione di varechina tramite gli impianti ” Dario-Ferro” inviatici da Fraternità Missionaria ai tempi del colera, che ci hanno aiutato a debellare quella terribile epidemia.
Il prodotto viene utilizzato come disinfettante nei dispensari, nelle biblioteche, nei luoghi pubblici.
Avendo concluso la formazione agricola con più di 3 mila agricoltori, incontriamo solo i responsabili delle banche dei cereali per sensibilizzarli al problema del coronavirus. Produzione di aratri coi fabbri locali appoggiati dall’officina “Foi et Joie – Rusconi”.
Abbiamo organizzato la formazione di 5 fabbri locali, per la produzione di attrezzature agricole a trazione animale, aratri ed erpici. La produzione è controllata, modificata e migliorata dall’officina meccanica messa in funzione grazie all’aiuto degli amici italiani venuti nel Febbraio scorso e alla competenza di fratel Pietro Rusconi.
Sono già stati prodotti 350 esemplari e si pensa di arrivare al 900-1000. Solo ora, dopo il fallimento dell’uso di trattori (operazione lanciata con grande pompa dal Governo, ma rivelatisi inadatti al fragile suolo ciadiano) si sta scoprendo l’importanza della trazione animale. Ecco succintamente il nostro modo di reagire al coronavirus, mentre ci auguriamo di tutto cuore che rallenti la sua stretta in Europa e che qui ai tropici sia ricacciato dal calore che ora è 44 gradi all’ombra.
Con affetto e riconoscenza a tutti voi,
p. Franco Martellozzo.
Mongo 30 marzo 2020Tags: aratri, ciad, coronavirus, mongo, p. Martellozzo, varechina
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L’incontro con i volontari di ritorno da Kenya e dal Ciad è stata un’esperienza illuminante. Le loro impressioni, le loro visioni dell’Africa fatte da una conoscenza diretta sul campo, mettono in evidenza un problema dalle grandi dimensioni.Un’Africa che vuole crescere, un’Africa che dobbiamo aiutare a crescere. Non con un puro assistenzialismo fine a sé stesso e destinato al fallimento, ma fornendo gli strumenti e la formazione che li aiuti ad uscire dalla fase di sottosviluppo ed a raggiungere l’autosufficienza.
I numeri che ci pervengono dall’Ospedale di Nyahururu allestito da Fraternità Missionaria, sono sorprendenti:
nel 2019 ben 55.916 visite, circa 170 al giorno, 3.900 ricoveri, 1.011 nascite, e 70 interventi chirurgici al mese.
Grazie all’équipe medica che è stata in quell’Ospedale: dott. Francesco Meduri, dott. Lepoldo Costa, dott. Giorgia Maran, dott. Maria Cristina Toffanin, dott. Raffaella Bigi, dott. Cristiana Caracciolo, Chiara Bugin e Serena Pietrangeli infermiere, Fernando Schiavon tecnico e Giacomino Padoan, direttore lavori.
L’Ospedale comincia a camminare con le proprie gambe, ci dicono i nostri volontari, e i sanitari locali stanno rispondendo bene alle nostre sollecitazioni seguendo i protocolli.
Organizzazione e formazione ora stanno dando i risultati, ma dobbiamo continuare a monitorare e migliorare la situazione.I volontari del CIAD: Paolo, Elena, Silvio, Antonietta, Domenico, Annie, Enzo, Pierino, Bepi, Primo, ci hanno raccontato dell’illuminante opera di p. Franco Martellozzo, nell’aiutare quella popolazione a superare le immani difficoltà aggravate dall’ambiente ostile.
Dal cercare l’acqua, fonte di vita e indispensabile per gli orti delle donne, all’aiuto concreto ai contadini con la fornitura di aratri per lavorare i campi, e infine con la loro formazione: per raggiungere l’obiettivo di far migliorare la produzione e renderli autosufficienti.
Ma anche ci è stato evidenziato come p. Franco abbia coinvolto tutta la popolazione, a cominciare dai più piccoli, a piantare gli alberi per fermare il deserto che avanza.
La salvaguardia dell’ambiente è un problema che se in Europa comincia solo ora ad essere blandamente percepito, in quelle aree è un evento drammatico perché aggredisce lo spazio vitale.
E le concrete azioni di p. Franco hanno attirato l’attenzione e l’interesse delle scuole coraniche e del Sultano. Una sapiente collaborazione per il bene comune.Il nostro impegno continua: GRAZIE ai volontari, GRAZIE a chi ci aiuta, GRAZIE ai soci.
Tags: ciad, kenya, martellozzo, Nyahururu, ospedale
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Carissimi amici e parenti
Sono appena sbarcato nella capitale del Tchad. Sono ancora imbevuto dell’aria festosa del meeting che quest’anno sembra aver fatto “vibrare” i partecipanti. Ho sentito in verità qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo.
Mi viene questa frase per riassumere il mio sentimento: “Se gli altri anni la maggioranza veniva per curiosità o semplicemente come gesto di amicizia, questa volta ho sentito una partecipazione a quello che facciamo e al nostro sforzo culturale per realizzare dei progetti intelligenti e fattibili.”
Per me e per tutti voi che avete permesso questo salto in avanti è una grande soddisfazione che ci incita a continuare. Sarebbe infatti fantastico poter trascinare anche gli altri nostri concittadini su questa via maestra del dialogo delle culture.
Per questo non dobbiamo lasciare cadere la proposta di uno scambio reciproco di informazioni sulle attività dei bambini attraverso le scuole, dove gli insegnanti hanno la capacità di aprire i bambini a nuovi orizzonti.
Io vi manderò foto che mostrino il vero volto e il dinamismo delle realtà scolastica della mia regione: bambini attivi nonostante la povertà, bambini che lottano contro il deserto e aiutano le mamme negli orti per migliorare il cibo di tutti i giorni.
Voi da parte vostra mandate foto e filmati sulle attività dei bambini della vostra regione affinché i miei piccoli amici di qui capiscano che il progresso in occidente è frutto di lavoro, di organizzazione… e di sudore… non un gratuito paradiso in terra.
Dobbiamo cooperare alla costruzione di una nuova generazione di bambini capace di aprire strade nuove nella dura lotta ambientale che il pianeta deve affrontare in questo inizio di secolo.Non mi resta che mandarvi un calorosissimo per il tempo e la fatica che avete spesi alla realizzazione di questo meeting, un meeting che ormai è diventato OPERA VOSTRA.
Un grande abbraccio a tutti
P. FrancoTags: ciad, martellozzo, meeting
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