Lo scorso anno il Mali è stato invaso da gruppi armati di fondamentalisti islamici che hanno occupato il nord del paese e stanno imponendo la legge della Sharia, torturando, depredando, uccidendo la popolazione. A seguito dei drammatici avvenimenti, circa 350.000 persone sono in fuga dal paese in cerca di rifugio nel vicino Burkina Faso. Nel campo profughi a 25 chilometri da Saagnignogo vivono in condizione drammatiche 2500 persone di cui 800 bambini.
Per fronteggiare questa emergenza è nata “Rete Mali”, un collettivo di 20 organizzazioni umanitarie tra le quali Progetto Dogon, capofila, che hanno avviato il progetto di un centro sanitario, con lo scopo di supportare con assistenza medica e viveri di prima necessità i rifugiati. La carovana formata da otto volontari di Missionland partiti il 18 Aprile sta consegnando 2 tir attrezzati ad ospedale con la funzione di cliniche mobili,
Un tam tam sul web e Rete Mali ha reperito già 50 medici e 10 infermieri volontari, da tutt’Italia, che si alterneranno per garantire cure e interventi. Uno dei primi medici a essere andato è Giovanni Lo Presti, primario a Monselice. «Ci aiuta molto l’associazione Magis Italia e collaboriamo con l’ospedale San Camillo di Ouagadougou in Burkina per coordinare l’intervento dei medici e darne continuità nel turn over».
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